(DIRE) Roma, 2 giu. – “Confesso che ho immaginato il brainstorming dei principali consiglieri politici, ghostwriter, comunicatori, esperti di diritto e parenti della Presidente del Consiglio, tutti intorno a un tavolo per capire come rispondere al nostro pressing nel chiederle cosa farà l’8 e il 9 Giugno ai Referendum sul lavoro e sulla cittadinanza. Perché prima o poi doveva pur rispondere. Quali opzioni avevano su quel tavolo? Un improbabile andare a votare sì, un meno improbabile andare a votare no, andare a votare e votare scheda bianca, andare a votare e ritirare solo alcune schede, non andare a votare. Queste sono tutte le opzioni possibili. Ma se hai una tempesta di cervelli superiori a disposizione, magari sono in grado di partorire un’opzione fuori dalla realtà e così è stato. Infatti, Giorgia Meloni dichiara una cosa abbastanza incomprensibile: ‘andrò a votare ma non ritirerò la scheda’. Intanto perché ‘la scheda’ e non ‘le schede’? Quindi va al seggio per salutare gli scrutatori? Perché se si registra poi almeno una scheda la dovrà pur ritirare. Sperando che questa genialata non l’abbia pensata da sola, possiamo tranquillamente assegnare al suo staff il premio di consiglio più ridicolo dell’anno. E Giorgia Meloni appare, infatti, come quei personaggi de ‘Gli indifferenti’ di Alberto Moravia, che barcollano tra il ridicolo e il tragico. Il ridicolo di chi non sa che dire e alla fine, costretto, dice la cosa più improbabile. E il tragico di chi, sapendo che un grande appuntamento democratico com’è il referendum sta crescendo tra le cittadine e i cittadini, cerca in ogni modo di schivare l’onda. Insomma, le parole di Giorgia Meloni, per fare un favore alla logica e al buon senso, vanno prese solo nella prima parte: bisogna andare a votare! E questo faranno milioni di italiani ed italiani; molti più di quelli che possiamo immaginare”. Lo dice il tesoriere nazionale del PD Michele Fina. (Anb/ Dire) 12:37 02-06-25 NNNN