Nel 146esimo della rubrica “Dialoghi, la domenica con un libro” Michele Fina ha presentato il libro di Leonardo Becchetti, Claudio Becchetti e Francesco Naso “Rinnovabili subito: una proposta per la nostra indipendenza energetica” (Donzelli Editore).

Ha detto che si tratta di un lavoro “molto utile, il messaggio è chiaro sin dal titolo. E’ costruito in modo comparato con le altre proposte, e con molti numeri e grafici racconta tutto quello che c’è da sapere su un tema sconfinato. E’ un suggerimento anche in riferimento a quanto accaduto qualche settimana fa con le azioni di Ultima Generazione, che ha imbrattato la facciata del Senato. Non è molto coerente secondo me il messaggio lanciato da questo movimento: per difendere l’ambiente si fa qualcosa contro un’opera monumentale. Non è un caso che nella nostra Costituzione, tra i principi fondamentali, la tutela dell’ambiente sia affiancata dal patrimonio culturale e dalla ricerca scientifica: al centro di tutto c’è il sapere, che è anche il messaggio fondamentale di chi parla dei cambiamenti climatici e delle sue conseguenze. Nonostante non condivida questa modalità di protesta allo stesso tempo ritengo che ci sia bisogno di ascolto dei contenuti, ovvero la necessità di salvare le condizioni di vita sulla Terra, di tutelare il creato, per citare l’espressione di Papa Francesco. Dal punto di vista laico il creato è l’opera dell’uomo, che rischia di essere travolto ad esempio dal rischio idrogeologico. Poi naturalmente occorre tutelare la salute delle persone, perché la pandemia è un effetto di uno squilibrio del rapporto tra uomo e ambiente”.

Fina ha spiegato che “la necessità è la transizione ecologica, passare a un nuovo modello di sviluppo, La principale parte, di cui si parla nel libro, è la transizione energetica attraverso l’aumento dell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile che consentano di non inquinare e non contribuire all’effetto serra. Conviene, anche dal punto di vista economico, come è spiegato nel testo. In questa fase è necessario utilizzare il gas ma l’idea di trivellare di più nei nostri mari, come ha deciso il governo, è sbagliata: nel sottosuolo c’è una quantità irrisoria di questa materia prima e avere riaperto questa discussione non è stata una scelta molto intelligente. Sbloccando invece l’importante mole di progetti di produzione di energia rinnovabile, come dice Elettricità Futura che è parte di Confindustria, si potrebbero risparmiare 21 miliardi in termini di costi annuali in bolletta, dimezzando ad esempio in tre anni l’esigenza di gas dall’estero e installando una generazione di energia distribuita, quindi più democratica e più sicura. Naturalmente c’è un problema di avanzamento della ricerca tecnologica ma l’idea è che investendo di più si possa migliorare anche questo aspetto. E’ d’altra parte la strategia dell’Unione europea, messa in campo dal Next Generation Eu, che vincola le risorse alla transizione ecologica e digitale. L’investimento in rinnovabili può produrre inoltre notevoli opportunità in termini di incremento di posti di lavoro, a patto che si governi la transizione complessiva del sistema. Da chiarire è che quando si parla di energie rinnovabili si parla di impianti che possono essere realizzati subito, mentre per tornare a realizzare impianti nucleari, che è un’altra parte del dibattito, ci vorrebbero circa quindici anni”.

Nel corso della presentazione Fina ha ricordato che “alla luce delle proteste, anche se il lavoro era in corso da tempo, abbiamo promosso l’istituzione di una Commissione bicamerale di inchiesta sugli effetti dei cambiamenti climatici, che possa guardare la realtà dei fatti. Occorre un’indagine specifica e puntuale sugli effetti che i cambiamenti climatici hanno determinato nel nostro Paese, una fotografia che inviti a guardare in faccia la realtà. La circostanza che lo faccia l’istituzione parlamentare sarebbe molto importante. E’ singolare che a volte questo guardare in faccia la realtà sia bollato come catastrofismo, visto che oramai è chiaro che gli effetti del caos climatico sono entrati nella vita di ognuno di noi. Per ora hanno aderito quasi cinquanta parlamentari di tutti i partiti politici, segno che esiste una consapevolezza trasversale che siamo di fronte a un’urgenza”.

La registrazione del dialogo è disponibile qui.