Una terribile odissea giudiziaria nel momento di transizione di fasi storiche, dagli anni di piombo agli anni Ottanta. Ha affrontato questo argomento il 66esimo incontro della rubrica di Michele Fina “Dialoghi, la domenica con un libro”. E’ stato presentato il libro di Nicola Mariuccini “Avrai vent’anni tutta la vita” (Castelvecchi editore), assieme all’autore e allo storico Miguel Gotor. Fina l’ha definito “Un dialogo serrato e fulmineo che prova a far luce su un caso incredibile, che ha messo una vita alla sbarra per decenni e l’ha distrutta. Ripercorre la vicenda giudiziaria e questa vita, ricostruisce i pezzi di una vicenda personale e storica”.

Per Gotor il libro “è una sorta di trattamento per una pièce teatrale dialogata su un’odissea giudiziaria che ha segnato la vita di Luigino Scricciolo. I nomi sono cambiati e il contesto è solo apparentemente di fantasia, i documenti di cui si serve l’autore sono autentici. Il problema di Luigino tra gli altri è stato quello di avere un cugino che è stato un brigatista rosso, condannato per il sequestro Dozier, che testimoniò contro di lui dicendo che Luigino aveva svolto il ruolo di ‘gancio’ con i servizi segreti bulgari. Luigino resta impigliato tra le forze che lo usano: il cugino che lo accusa, e il ruolo della ex moglie, anche lei sindacalista, nei rapporti con la Bulgaria. Ha passato due anni in carcere e uno e mezzo agli arresti domiciliari, poi una lunga parte della sua vita è stata accompagnata da questo sospetto. L’autore ci restituisce la dimensione umana del protagonista, che diventa anche un alter ego che rappresenta un’intera generazione”. Per lo storico infatti “i vent’anni sono quelli dell’età tipica dei sentimenti rivoluzionari ma anche dell’inchiesta processuale che non è mai sfociata in un processo vero e proprio. Il destino di Luigino è stato beffardo, è morto a 61 anni, gli anni che ha passato assolto sono stati troppo pochi, appena otto. Solo nel 2001 è prosciolto dall’accusa di spionaggio con la Bulgaria, dieci anni prima era stato prosciolto dall’accusa di essere un brigatista. Il testo affronta il tema del rapporto tra la lotta armata in Italia e la dimensione internazionale in cui collocarla e le pratiche di tortura che sono state inferte in quegli anni nelle carceri e nelle questure”.

Mariuccini ha spiegato: “Questo caso si svolge a inizio anni Ottanta e mi fu presentato da un amico che era stato collega di Luigino che nel libro ho chiamato Reattino, che aveva scritto un diario sulla sua drammatica vicenda personale. Ho capito che questo diario poteva essere il paradigma di un modo di vedere la storia da parte di una generazione, che si è trovata manipolata da apparati nazionali e internazionali. La vicenda è il crinale tra la fine degli anni Settanta e l’inizio di un altro mondo. ‘Avrai vent’anni tutta la vita’ sembra un augurio ma è una condanna, venti sono anche gli anni che Luigino passa invischiato in questa vicenda. Si ritrova con la vita privata dei punti di riferimenti storici e personali, rappresenta una generazione chiusa in un limbo. Abbiamo bisogno di conoscere la verità su quegli anni, altrimenti ho la sensazione che rimanga bloccato il futuro”.

La registrazione del dialogo è disponibile qui