Nel 101esimo incontro della rubrica “Dialoghi, la domenica con un libro” gli ospiti sono stati lo scrittore Jonathan Bazzi e Angelo Schillaci, professore associato di diritto comparato all’Università Sapienza di Roma. Con Michele Fina hanno discusso del romanzo di Bazzi “Corpi minori” (Mondadori). Fina Ha detto: “Se si vuole guardare come noi alle nuove frontiere della letteratura il lavoro di Bazzi è emblematico. ‘Corpi minori’ rispetto al precedente ‘Febbre’ scende più in profondità, in un mondo più quantistico. L’autore si misura con la sofferenza di attraversare una vita scomoda”.

Per Schillaci “è un romanzo molto intenso, pieno di vita. Da alcune parti sono stato coinvolto in modo profondo. E’ un libro su Milano e sulle periferie, per di più incrocia miei interessi di studio e ricerca, la condizione delle persone lgbt+ nel nostro Paese, in generale la marginalità che incontra una domanda di diritti e riconoscimento sociale e politico. La parola che racconta è per Bazzi dispositivo intenzionale e desiderante che conferisce significato alle linee dei fatti e alle esperienze, e getta un ponte tra chi racconta e si racconta e le altre persone”.

L’autore ha spiegato che questo romanzo “va a innestarsi su una parte della vita che nel primo libro, ‘Febbre’, aveva poco spazio, l’età tra i venti e i trent’anni. Ci tenevo a raccontare questo periodo perché è quello della cosiddetta crisi del primo quarto di vita, si passa dalla fase di dipendenza dalla famiglia ai primi tentativi di indipendenza. Si fanno i conti tra gli altri con il tema della vocazione che nel protagonista si declina nel desiderio di spostarsi dalla periferia al centro di Milano e nell’amore. E’ inoltre una fase in cui, come in questo libro, il tema del desiderio è centrale. Ce ne sono poi altri come la confusione, la dispersione, la precarietà, che trovano nella scrittura un canale che si pone come un elemento terapeutico, dal punto di vista del senso. A me interessa molto la contaminazione tra l’esperienza e l’immaginazione, offrire a chi legge uno sguardo diverso su elementi della vita contemporanea. C’è in questo lavoro molto del mio percorso personale: a una mia prima passione per le arti visive si è associato lo studio della filosofia, in particolare delle filosofe, che ha influenzato il mio interesse per le forme di scritture cosiddette minori in cui ho scoperto la possibilità di usare la propria esperienza per farne materiale di pensiero”.

Dalla centesima puntata la rubrica si presenta in veste rinnovata, avvalendosi della collaborazione di Fina con l’attore Lino Guanciale, con Giovanna Di Lello (direttrice del John Fante Festival “Il dio di mio padre”) e con Massimo Nunzi (compositore e direttore d’orchestra, trombettista e divulgatore).

La registrazione del 101esimo dialogo è disponibile qui.