Un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini per fare luce sullo stato di avanzamento del raddoppio della strada statale 690 Avezzano-Sora, la cosiddetta “superstrada del Liri”, anche per consentire la partecipazione delle istituzioni del territorio. L’ha depositata il senatore Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese. Fina chiede a Salvini “quale sia lo stato dell’iter tecnico-autorizzativo dell’opera, e quali risorse pubbliche siano state individuate per far fronte all’investimento; se sia stato redatto il progetto definitivo dell’opera, e, in caso affermativo, se sia possibile ottenerne la presa visione ed estrazione di copia; quali siano le iniziative che ANAS ritiene di attivare al fine di garantire la più ampia condivisione con le istituzioni del territorio interessate all’opera, in merito a tutti i passaggi progettuali propedeutici all’eventuale sua realizzazione, come previsto dalla legge”.

L’interrogazione prende le mosse dall’incontro del 26 aprile 2021 a Balsorano, quando “il presidente della Giunta regionale Marco Marsilio ha presentato agli amministratori e alla stampa il progetto di raddoppio della ex superstrada del Liri, con la previsione di un investimento pari a circa 960 milioni di euro”. Successivamente “in data 20 aprile 2022 il presidente Marsilio ha dato notizia dell’avvenuto svolgimento della conferenza dei servizi decisoria per l’avvio dell’iter tecnico-economico per la realizzazione dell’opera, con esito favorevole e unanimità dei sindaci intervenuti” ma “in riferimento alla medesima riunione, tuttavia, alcuni sindaci interessati hanno dichiarato di non aver potuto intervenire alla conferenza dei servizi, ancora in fase preliminare e non decisoria come erroneamente riportato”.

Fina riporta nel l’interrogazione alcune problematiche emerse dal progetto del tracciato di raddoppio della Avezzano – Sora tra cui la disomogeneità strutturale nei viadotti, il vincolo della posizione della ferrovia e del fiume Liri che impone inammissibili deviazioni dei tracciati, spesso attraverso la realizzazione di nuove gallerie o viadotti fuori contesto, nei tratti di svincolo di Canistro, Pero dei Santi, Morino, Pantaleo, Balsorano-Collepiano. Inoltre “in molti dei tratti raddoppiati non sembrano essere rispettati i vincoli che l’Autorità di bacino impone per il fiume Liri, soprattutto per ciò che concerne gli ingombri in alveo che comporteranno gli alloggiamenti delle fondazioni delle nuove pile sui viadotti affiancati”.